Citazione

Escuchaba yo aquellas razones desde mi asiento en la puerta, maravillado e inquieto, intuyendo que tras las palabras malhumoradas de don Francisco había motivos oscuros que no alcanzaba a comprender, pero que iban más allá de una simple rabieta de su agrio carácter. No entendía aún, por mis pocos años, que es posible hablar con extrema dureza de lo que se ama, precisamente porque se ama, y con la autoridad moral que nos confiere ese mismo amor. A don Francisco de Quevedo, eso pude entenderlo más tarde, le dolía mucho España. Una España todavía temible en el exterior, pero que a pesar de la pompa y el artificio, de nuestro joven y simpático rey, de nuestro orgullo nacional y nuestros heroicos hechos de armas, se había echado a dormir confiada en el oro y la plata que traían los galeones de Indias. Pero ese oro y esa plata se perdían en manos de la aristocracia, el funcionariado y el clero, perezosos, maleados e improductivos, y se derrochaban en vanas empresas como mantener la costosa guerra reanudada en Flandes, donde poner una pica, o sea, un nuevo piquero o soldado, costaba un ojo de la cara. Hasta los holandeses, a quienes combatíamos, nos vendían sus productor manufacturados y tenían arreglos comerciales en el mismísimo Cádiz para hacerse con los metales preciosos que nuestro barcos, tras esquivar a sus piratas, traían desde Poniente. Aragoneses y catalanes se escudaban en sus fueros, Portugal seguía sujeto con alfileres, el comercio estaba en manos de extranjeros, las finanzas eran de los banqueros genoveses, y nadie trabajaba salvo los pobres campesinos, esquilmados por los recaudadores de la aristocracia y del rey. Y en mitad de aquella corrupción y aquella locura, a contrapelo del curso de la Historia, como un hermoso animal terrible en apariencia, capaz de asestar fieros zarpazos pero roído el corazón por un tumor maligno, esa desgraciada España estaba agusanada por dentro, condenada a una decadencia inexorable cuya visión no escapaba a la clarividencia de aquel hombre excepcional que era don Francisco de Quevedo.

“El Capitán Alatriste”, Arturo y Carlota Pérez-Reverte, Publicado por Santillana Ediciones Generales, S.L., (brano citato rispettando le disposizioni della legge 633/41)

Citazione

People are stupid; given proper motivation, almost anyone will believe almost anything. Because people are stupid, they will believe a lie because they want to believe it’s true, or because they’re afraid it might be true. Peoples’ heads are full of knowledge, facts and beliefs, and most of it is false, yet they think it all true. People are stupid; they can only rarely tell the difference between a lie and the truth, and yet they are confident they can, and so are all the easier to fool.

“Wizard’s First Rule”, Terry Good Kind, Published by Tor Fantasy, (brano citato rispettando le disposizioni della legge 633/41)

 

Citazione
1

“Vedi, Arren, un’azione non è, come pensano invece i giovani, come una pietra che si raccoglie, si lancia, colpisce o manca il bersaglio e tutto finisce lì. Quando la pietra viene sollevata, la terra è un po’ più leggera, e le mani che tengono la pietra sono un po’ più pesanti. Quando la lanci, poi, i circuiti delle stelle reagiscono, e quando la pietra colpisce o cade, l’universo è cambiato. L’Equilibrio del tutto dipende da ogni singola azione, anche la più piccola. I venti e i mari, le forze dell’acqua, della terra e della luce… tutto ciò che questi elementi fanno, tutto ciò che gli animali e la natura fanno… tutto questo è ben fatto, è giusto. Tutte queste cose agiscono nell’ambito dell’Equilibrio. Dall’uragano all’urlo della grande balena fino al cadere di una foglia secca e al volo di un moscerino, ogni cosa avviene nell’ambito dell’Equilibrio del mondo. Ma noi, per quanto abbiamo potere sul mondo e l’uno sull’altro, dobbiamo imparare a fare ciò che la foglia, la balena e il vento fanno per propria natura. Dobbiamo imparare a mantenere l’equilibrio. Poiché siamo dotati di intelligenza, non dobbiamo agire con ignoranza. Poiché abbiamo la possibilità di scegliere, non dobbiamo agire in modo irresponsabile. […] Non fare una cosa soltanto perché appare virtuoso, ammirevole o nobile farla; non fare una cosa solo perché sembra un bene farla; fai soltanto ciò che devi fare e che non puoi fare in altro modo.”

“Il Signore dei Draghi”, Ursula K. Le Guin, edito da Mondadori, Traduzione di Maria Bastanzetti, (brano citato rispettando le disposizioni della legge 633/41).

Non dovrei sconvolgermene, lo so, ma ogni volta che leggo frasi di questo genere in un libro – soprattutto quando il libro in questione è un romanzo che narra una storia di fantasia, mai accaduta, i cui personaggi sono altrettanto “irreali” – mi nausea il fatto che questi pensieri, (che dovrebbero regolare la nostra vita non perché lo dica una religione piuttosto che un’altra, ma perché è il modo giusto di far le cose), siano solo questo… pensieri. E che rimangano imprigionati nelle pagine di un libro finché qualcuno, per caso, non li scopre salvo poi dimenticarli nuovamente e passare oltre.

E quando piangeremo, perché con le nostre mani abbiamo distrutto quello che ci è stato dato – da Chi o Cosa, poco importa – e vedremo i nostri figli che non hanno di che mangiare se non bulloni e plastica, allora forse capiremo che avremmo dovuto mettere in pratica questi pensieri perché ogni nostra azione, anche quelle che non compiamo, influiscono sull’Equilibrio e sulla Natura delle cose.
Ma forse, e permettetemi quest’accesso di pessimismo, non lo capiremo nemmeno allora.

Citazione
2

Lo Stato Democratico deve sforzarsi di servire il maggior numero di Cittadini; deve dare a tutti l’uguaglianza di fronte alla Legge; deve proteggersi dall’egoismo individuale e proteggere l’Individuo dall’arbitrio dello Stato.

Pericle, 450 a.C. circa.
Non sarà stato di certo un santo ma si starà, altrettanto certamente, rivoltando nella tomba.