Segreti

“[…] Perchè, sebbene noi ci presentiamo sulle soglie dello spazio, contemplando il cosmo con una specie di ansioso desiderio, convinti che il mondo, ormai così completamente esplorato, non abbia più segreti per noi, nondimeno rimane vero che circa tre quinti dell’area terrestre, cioè le abissali profondità del mare, ci sono altrettanto ignoti, se non di più addirittura, dei crateri della luna. […] Nel 1938 l’estinto coelacanthus, un presunto pesce preistorico con residui di arti, fu scoperto vivo e vegeto nell’Oceano Indiano. Questo pesce scuro a quattro zampe prosperava circa 60 milioni di anni or sono. Il suo ultimo esemplare fossilizzato, prima che il campione vivente fosse scoperto, era stato fatto risalire a 18 milioni di anni avanti Cristo”

(Charles Berlitz, “Bermuda: il triangolo maledetto“, edito da Sperling & Kupfer Editori S.p.A., traduzione di Rosanna Pelà)

E’ vero, ci sono ancora tantissime cose del nostro pianeta che non conosciamo. Negarlo sarebbe certamente inutile e falso.
Eppure, lo spazio continua ad essere fonte di grande, grandissima curiosità – per me, come per tanti altri – e spesso mi soprendo quasi a dispiacermi di essere nata “solo” nell’86 e non tra qualche secolo quando, magari, l’esplorazione spaziale non sarà più solo un’ipotetico futuro e l’utopia della Federazione Unita dei Pianeti che vediamo in Star Trek sarà, forse, un po’ meno utopica.