Quote Rosa? No, grazie!

Visto che è stata tirata in ballo la Costituzione, nello specifico gli Articoli 3 e 51, vediamo un po’ cosa dicono, questi bistrattati articoli:

Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblici rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

E ancora:

Articolo 51
Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisito stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.
La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.
Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.


Ora, veniamo alla lettera d’appello delle Parlamentari di cui tanto si sta parlando in questi giorni:

In queste ore si sta discutendo alla Camera la nuova legge elettorale, un traguardo importante ed atteso da parte dei cittadini e delle cittadine italiane.

Siamo consapevoli dell’importanza e della necessità di approvare nuove regole che presiedano al buon funzionamento della nostra vita democratica e che definiscano la rappresentanza e l’efficienza del nostro sistema politico.

Siamo altresì convinte che non sia possibile varare una nuova legge senza prevedere regole cogenti per promuovere la presenza femminile nelle istituzioni e per dare piena attuazione all’articolo 3 e all’articolo 51 della Costituzione.

Per questo abbiamo sottoscritto in maniera trasversale alcuni emendamenti. La nostra convinzione è che l’intesa politica raggiunta possa guadagnare in credibilità e forza da una norma capace di collocare il nostro Paese tra le migliori esperienze europee.

La responsabilità della politica sta ora nel trovare una soluzione ad una questione di civilità e di qualità della democrazia che troverebbe il favore non solo delle donne, ma di tutti i cittadini che hanno fiducia nelle nostre istituzioni e nella possibilità di renderle migliori.

(Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2014/03/07/news/la_lettera_delle_parlamentari_a_pd_e_fi-80442019/)

Ora, spero che nessuno si senta in diritto di accusarmi di essere “di parte” solo perchè sono una donna, indipendentemente dal fatto che – come chiunque capirebbe leggendo il titolo di questo post – non sono assolutamente d’accordo con quest’immensa cretinaggine dell’obbligatorietà di avere almeno il 50% di donne all’interno dei partiti che si candideranno d’ora in poi, se questa legge elettorale dovesse essere approvata dal Parlamento così com’è e non essere, poi, modificata.

Le così dette “Quote Rosa”, per come la vedo io, non sono altro che una forma subdola e schifosa di “discriminazione positiva”.
Parliamoci chiaro: non esiste la discriminazione positiva. Se è discriminazione, per definizione, non può aver niente di positivo ma solo tutto di negativo. Non mi sentirei per niente lusingata se venissi assunta per un qualsivoglia posto di lavoro solo per il fatto di essere donna, tanto quanto non mi sentirei lusingata se tale posto mi venisse rifiutato per il medesimo motivo.

Non si può promuovere l’eguaglianza con una legge di questo tipo, per il semplice fatto che è incompleta e, oltretutto, doppiamente discriminante: incompleta, perchè l’Articolo 3 della Costituzione dice testualmente “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“; ne consegue che una legge del genere dovrebbe essere ampliata ad includere la razza, la lingua, la religione, le opinioni politiche, le condizioni personali e quelle sociali. Chissà come mai, però, nessuna di queste “distinzioni” viene quasi mai presa in considerazione. Doppiamente discriminante, poi, perchè non solo obbliga i partiti a trovarsi delle esponenti femminili pena il non potersi presentare alle elezioni – indipendentemente dal fatto che ci siano o meno le soglie di sbarramento – ma addirittura spinge a discriminare le persone in base al loro sesso senza tener in conto le capacità di ciascuno.

La Politica – o la Partitica, se vogliamo essere pignoli, dato che questo fanno in Italia anzichè far Politica – è una questione delicata, che dovrebbe essere trattata da gente che di queste cose se ne intende, non dal primo cretinetto che passa per la strada e decide di candidarsi al Parlamento. Già abbiamo un pastrugno di Ministri che passan dall’Economia all’Educazione e dalla Salute agli Interni come se i Ministeri fossero in tutto e per tutto intercambiabili, se a questo ci aggiungiamo il fatto che i partiti si troveranno costretti, pena l’esclusione dalle elezioni, a presentare nelle liste elettorali delle donne per il solo fatto che sono donne e non perchè hanno le competenze necessarie ad occupare uno scranno in Parlamento, potremo definitivamente dire addio a quel poco di Democrazia che resta in questo Paese.

E checchè ne dicano le signore Parlamentari, non è imponendo la presenza femminile all’interno dei partiti – di nuovo, com’è che nessuno ha pensato a tutte le altre caratteristiche citate dall’Articolo 3 della Costituzione? – che la Politica potrà “trovare una soluzione ad una questione di civilità e di qualità della democrazia”.

Ah, per inciso! Probabilmente farò parte di una minoranza per quel che concerne questa legge, ma sarei comunque ben orgogliosa di non far parte di quel gruppo di cittadini – perchè questo siamo, prima di tutto il resto, agli occhi della Costituzione! – che viene citato alla fine della lettera dell summenzionate Parlamentari.

One thought on “Quote Rosa? No, grazie!

  1. Lo vado ripetendo da tanti di quegli anni che ho perso il conto, per non dire che mi sono pure stufata di continuare a farlo, ora tocca alle “nuove leve” e chi sa che prima o poi qualcuno non arrivi finalmente a capire questa tanto lapalissiana verità… speriamo.
    PS: perfetta la scelta del giorno per questo post, si si 🙂

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