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“Non siamo un partito politico”

partito n.m. 1 associazione di cittadini che ha lo scopo di svolgere una comune attività politica: partito di governo, d’opposizione; partito progressista, moderato 2 soluzione, decisione: non sapere che partito prendere | un buon partito, una persona che è conveniente sposare, soprattutto per la sua situazione economica partito preso n. preconcetto, pregiudizio: lo fa per partito preso.

Queste sono le definizioni che il Garzantino da del termine “partito”. Quindi, il Movimento 5 Stelle facesse il sacrosanto piacere di smetterla con questa storia del “noi non siamo un partito politico”: dal momento in cui si sono presentati alle prime elezioni in cui hanno corso – qualunque esse siano, non ha importanza – sono diventati un partito politico. Può non piacerli, può fargli comodo continuare a negarlo, ma significa semplicemente negare un dato di fatto. Peggio ancora, oltre ad essere un partito d’opposizione, in alcune regioni ed in alcuni comuni sono anche partiti di governo e continuare a negare l’evidenza è, francamente, un insulto alla Democrazia.
Ora ho fatto veramente, veramente il pieno. Sono veramente stanca di tutti questi buontemponi ignoranti e presuntuosi che giocano con le parole avendo – tutti, indistintamente – un’unica cosa in mente: tenersi la sedia attaccata al culo e portarsi a casa quanti più soldi possibili, (non credo ci sia bisogno di ricordare quanto guadagna un parlamentare in Italia, vero?).
Adesso basta.

Segreti

“[…] Perchè, sebbene noi ci presentiamo sulle soglie dello spazio, contemplando il cosmo con una specie di ansioso desiderio, convinti che il mondo, ormai così completamente esplorato, non abbia più segreti per noi, nondimeno rimane vero che circa tre quinti dell’area terrestre, cioè le abissali profondità del mare, ci sono altrettanto ignoti, se non di più addirittura, dei crateri della luna. […] Nel 1938 l’estinto coelacanthus, un presunto pesce preistorico con residui di arti, fu scoperto vivo e vegeto nell’Oceano Indiano. Questo pesce scuro a quattro zampe prosperava circa 60 milioni di anni or sono. Il suo ultimo esemplare fossilizzato, prima che il campione vivente fosse scoperto, era stato fatto risalire a 18 milioni di anni avanti Cristo”

(Charles Berlitz, “Bermuda: il triangolo maledetto“, edito da Sperling & Kupfer Editori S.p.A., traduzione di Rosanna Pelà)

E’ vero, ci sono ancora tantissime cose del nostro pianeta che non conosciamo. Negarlo sarebbe certamente inutile e falso.
Eppure, lo spazio continua ad essere fonte di grande, grandissima curiosità – per me, come per tanti altri – e spesso mi soprendo quasi a dispiacermi di essere nata “solo” nell’86 e non tra qualche secolo quando, magari, l’esplorazione spaziale non sarà più solo un’ipotetico futuro e l’utopia della Federazione Unita dei Pianeti che vediamo in Star Trek sarà, forse, un po’ meno utopica.

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Fumare fa male… ma viva il Monopolio!

Giusto pochi minuti fa, stavo controllando il listino AAMS dei prezzi dei tabacchi trinciati – quelli per farsi le sigarette, per chi non lo sapesse – per confermare il prezzo al chilo del mio tabacco.
Dato, però, che il sito dell’AAMS, (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) contiene tutta una serie d’informazioni, mi son messa a farci un giro dentro e, inevitabilmente, sono stata attirata da questa scritta: “Composizione del prezzo“.

Sapevo che le tasse sui prodotti di tabaccheria erano alte; quello che non sapevo era che fossero così alte!
Dopo aver letto le “spiegazioni”, infatti, son passata subito all’esempio, che riporto qui per dovere di cronaca, da considerarsi valente per un pacchetto di sigarette con un costo pari a 100, (giusto per poter far le percentuali!):
58,5 verranno versate nelle casse dell’erario a titolo di accisa
18 andranno, ugualmente, allo Stato per il pagamento dell’IVA
10 ricompenseranno il rivenditore
13,5 costituiranno l’incasso per il produttore.

Quello che più mi fa incavolare, in tutto questo, non è neanche l’esorbitante 76,5% di tasse da pagare, quanto il fatto che – come c’è scritto nel sito della stessa AAMS – “la quota di spettanza del produttore […] è residuale rispetto al prezzo scelto dal produttore medesimo”.
È come dire che arriva il bullo, a scuola, che ti frega i soldi che gli servono per la merenda e tu ti devi arrangiare con il resto.
Che poi, non dicevano mica che il fumo fa male? E allora? Devo pensare, viste le circostanze che:
a) allo Stato non gliene frega un beneamato cazzo della salute dei suoi cittadini, per cui ci guadagna sopra;
b) ci hanno sempre detto una marea di stronzate e il fumo non è così dannoso come dicono, per cui è meglio che si continuino a vendere i prodotti di tabaccheria, così siam tutti contenti… ma lo Stato è più contento di noi, perchè ci guadagna sopra.

A questo punto, sempre per dovere di cronaca, v’informo anche di quanto costa il mio tabacco, al chilo, e del perchè costa così tanto:
– Prezzo di vendita al pubblico, (al chilo): 180,00 €;
– Quota al fornitore: 24,24 €;
– Aggio al rivenditore: 18,00 €;
– IVA: 32,46 €;
– Accisa: 105,30 €;

Viste le cifre, non posso davvero fare a meno di pensare “che schifo”, perchè se anche il prezzo stabilito dal produttore fosse inferiore, le percentuali d’imposta non diminuirebbero, incidendo comunque nello stesso identico modo.
Quindi, va bene che i prezzi stanno crescendo a dismisura, ma perchè se io produttore stabilisco che un tabacco costa 180,00 € al chilo, devo incassarne solo 24,24 € lasciando allo Stato – tolta la percentuale spettante al rivenditore – il 76,53% di tasse?

Ma forse dovremmo metterci tutti nei panni dello Stato, per capire la dinamica della cosa: fumare fa male… ma viva il Monopolio!

Free to Play contro Pay to Win

Da un paio di giorni mi sono presa una pausa da Star Trek Online, (STO) – ormai c’è ben poco da fare, in attesa dell’arrivo della Season 9 a fine mese – e sono passata invece a dedicarmi a Neverwinter Nights Online, (NWN), (anch’esso della Cryptic, come STO) e mi sto rendendo conto, ancora una volta, di quanta differenza esista tra questi due giochi e Star Wars The Old Republic, (SWTOR).
Tutti e tre questi giochi sono degli MMORPG, (acronimo di Massively Multiplayer Online Role-playing Game) e tutti e tre, almeno stando alle definizioni date dalle case produttrici, dovrebbero essere dei “free to play” – ossia giochi che, pur essendo online, non richiedono necessariamente di un canone mensile per poter essere giocati.
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Echeccavolo!!

The Good Wife, Ep 15, S 5: “Dramatics, Your Honor”.
Chi segue lo show, sa di cosa parlo.
Chi non lo segue, non sará di certo interessato.
Io, almeno per il momento, non aggiungo altro… anche se ci starebbe bene un bel “WTF?!?!?”

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Piccolo mondo di un mondo piccolo

Sì, lo so. Il Grande Fiume – per chiunque abbia letto Guareschi o visto anche solo un film di Don Camillo – è il Po. E so anche che io, in effetti, non vivo lungo il Po… vivo un po’ più a Nord, in provincia di Varese, ma con Don Camillo ci sono cresciuta.

Fin da piccola ho “vissuto” quell’eterna lotta tra Camillo e Peppone, tra il “prete reazionario”, (o “bolscevico”, se uno preferisce veder le cose nell’ottica della signorina Cristina), e il “sindaco comunista”, tra due parti dell’animo umano che, indipendentemente dalle nostre idee politiche e dalle nostre credenze religiose, ognuno di noi, nel suo piccolo, sa di avere dentro di sè.

E quindi, perchè non intitolare questo blog come una dedica a quel “piccolo mondo di un mondo piccolo” che tanto amo, oggi come 20 anni fa? Perchè non raccogliere qui, a modo mio, le “Storie del Grande Fiume”, mie come degli altri?